130mila firme per i candidati puliti
Don Ciotti: li controlleremo
L’iniziativa “Riparte il futuro”, ancora poche ore per aderire. Ma il fondatore di Libera dice: “La lotta alla corruzione continuerà nel nuovo Parlamento”
di CARLO CIAVONI
ROMA – Già 130mila cittadini hanno messo la loro firma (e in molti casi la loro faccia) sul sito di Riparte il Futuro: una petizione per chiedere al mondo politico trasparenza e impegno contro la corruzione. Una mobilitazione sul web per chiedere ai partiti che presentino candidati puliti, con persone che abbiano una conclamata inclinazione alla trasparenza, all’integrità e alla responsabilità, prima di entrare nel prossimo Parlamento. Contro la corruzione, in questa campagna unica in Europa, è sceso in campo don Luigi Ciotti, con l’associazione antimafia Libera e il Gruppo Abele di Torino.
“Chiediamo che la trasparenza non sia una concessione, ma una condizione immanente – ha detto il sacerdote – che permetta di esercitare il diritto di ognuno di conoscere chi entrerà nel Parlamento. Il sito che abbiamo allestito – ha aggiunto don Ciotti – non smetterà di funzionare dopo le elezioni. Resterà un luogo dove i cittadini, che si riconoscono con “l’Italia onesta” potranno dialogare con la politica per chiedere un salto di qualità, ma in una condizione di maggiore consapevolezza “.
La corruzione nel nostro Paese – si legge nel sito Riparte il Futuro – è considerata una delle ragioni fondamentali all’origine dell’arretratezza dell’Italia, della sua incertezza rispetto al futuro. Nel resto d’Europa sono in pochi a vivere questo problema in modo così intenso. Dopo di noi, solo la Grecia e la Bulgaria. E’ un male profondo, all’origine della disoccupazione, della crisi economica, dei diffusi e gravi disservizi della pubblica
amministrazione, a monte degli sprechi e delle pesanti ineguaglianze sociali”.
La petizione serve per chiedere ai candidati queste cose:
Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione, iniziato con la riforma del novembre 2012, a sua volta ispirata alla convenzione di Strasburgo. Una riforma voluta dal governo Monti, ma che, pur avendo recepito alcuni importanti principi della Convenzione, dopo il passaggio parlamentare ha subito cambiamenti che ne hanno indebolito l’efficacia. Concretamente, si chiede che sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”.
1. Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
2. Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
3. Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
4. Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari
Grazie alla sottoscrizione di questi impegni si potrà sapere davvero quali candidati saranno disposti a lottare in Parlamento contro la corruzione.
Più siamo a firmare questa petizione, più i candidati dovranno ascoltare le nostre richieste.
Firma adesso per un futuro senza corruzione.