Restituire Rocca e Parco Colli alle persone che vi abitano
Il movimento ambientalista annuncia la manifestazione di sabato e altri eventi contro la Regione che non valorizza l’area euganea e tiene chiuso il monte
Sulla Rocca per lanciare un segnale d’amore verso il Parco Colli e di protesta nei confronti della Regione. È la mobilitazione che troverà attuazione sabato prossimo e che è stata lanciata ieri mattina al parco Buzzaccarini dal Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Parco. «Non sono accettabili attività che trasformano il suolo, l’acqua e l’aria da elementi fondanti la vita a sostanze velenose. E nemmeno le inerzie, che da un lato non fermano i processi di devastazione e dall’altro costringono a uno stato di stagnazione le straordinarie risorse del nostro territorio» hanno spiegato i promotori.
«Il Parco dei Colli Euganei» aggiungono «si avvia al terzo anno di commissariamento, una situazione davvero difficile da comprendere e da giustificare. E pur avendo dal giugno scorso una legge di “riorganizzazione” dei parchi regionali, legge attesa per oltre sei anni, non si è ancora data effettiva attuazione».
Per questo, evidenziano gli ambientalisti, «le nostre associazioni ritengono doveroso reagire e come prime iniziative propongono una manifestazione di protesta e un incontro di proposta».
La prima si terrà sabato prossimo: l’appuntamento è alle 14,30 in piazza Mazzini, da dove si partirà in corteo per raggiungere villa Duodo, sul colle della Rocca, «luogo simbolico scelto anche per richiamare l’attenzione sulle tante potenzialità che esso presenta e che finora non hanno certo trovato la valorizzazione che la Rocca meriterebbe». Lungo il tragitto, spiega Francesco Miazzi, «sono previste un paio di soste in cui il professor Riccardo Ghidotti illustrerà il patrimonio storico di via del Santuario. Arrivati all’esedra faremo una coreografia che sarà ripresa anche da un drone. Al ritorno faremo tappa alla cava della Rocca, altro sito da bonificare e valorizzare. Si chiuderà in piazza Mazzini con una serie di interventi a microfono aperto».
L’incontro invece è in programma per l’11 febbraio alle 21 al centro Bachelet di Battaglia Terme e avrà per titolo “Ma quale Parco?”: in quell’occasione le associazioni, che sperano nella partecipazione delle autorità regionali, formuleranno alcune proposte.
Spiega ancora Francesco Miazzi: «Abbiamo un commissariamento che si avvia al terzo anno e una legge di riordino dei Parchi che non sta rispettando le tappe previste. Ecco che allora abbiamo individuato la Rocca di Monselice come luogo emblematico. L’impossibilità di accedere alla scala del mastio secondo noi non avrebbe impedito l’accesso alla sommità del monte. La Rocca, bene che dovrebbe essere di tutti i cittadini, a nostro modo di vedere è gestita in modo discutibile dalla società Marco Polo. Diventerà dunque la tribuna dove dare spazio e risonanza a una serie di questioni importanti come il consumo di suolo, la C&C, il problema Pfas, il centro commerciale di Due Carrare, l’inquinamento da diossina e pcb, il tema legato all’articolo 19 del piano ambientale del Parco, che definisce le cementerie incompatibili».
Per Gianni Sandon «quella del Parco è una questione centrale dal punto di vista ambientale e politico. A settembre l’assessore ai Parchi aveva dato un cronoprogramma relativo all’applicazione della nuova legge sulla governance, ma le scadenze non sono state rispettate. Da oltre due anni il Parco, commissariato, è come un’auto in folle. C’è poi l’iter di una strampalata proposta di nuovi confini del Parco, che vorrebbe escludere il territorio di Galzignano e che sembra destinata a proseguire. Come può la Regione gestire un’eccellenza in questo modo? ». —