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Elezioni europee 25 maggio 2014

 Esercitiamo il nostro diritto andando a votare per le elezioni europee!

La data delle elezioni 2014 è stata fissata a domenica 25 maggio (DPR 17/3/2014).

 I seggi saranno aperti dalle ore 7,00 alle 23,00.

Gli elettori italiani eleggono 73 deputati al Parlamento europeo. L’elezione avviene con sistema proporzionale ed è possibile esprimere il voto di preferenza per singoli candidati (fino a tre), di cui uno deve essere di genere diverso (esempio 2 donne ed 1 uomo)

 Il territorio è diviso in cinque circoscrizioni elettorali: Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud, Isole; ciascuna circoscrizione elegge un numero di deputati proporzionale al numero di abitanti risultante dall’ultimo censimento della popolazione

Portiamo con noi la tessera elettorale ed un documento d’identità valido!

 

BringBackOurGirls

Il diritto alla cultura non deve avere confini. Anche in Italia appoggiamo la campagna mondiale “Bring back our girls” per la liberazione delle trecento liceali rapite a metà aprile dagli uomini di Boko Haram, nel nord della Nigeria. Un’azione organizzata dagli estremisti islamici contro la coraggiosa scelta di quelle ragazze di costruirsi un futuro seguendo un percorso scolastico. Aderire all’appello con l’hashtag #BringBackOurGirls, lanciato sui social network anche dalla giovane attivista pakistana Malala Yousafzai, significa dire no all’ignoranza del terrore

Legalità contro il gioco d’azzardo

MOZIONE  PER L’ADESIONE AL “MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITA’ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO”

premesso

che l’industria del gioco d’azzardo è fra le poche a non subire gli effetti della crisi economica, con 100 miliardi di fatturato l’anno, pari a circa il 4% del Prodotto Interno Lordo Nazionale;
la spesa per gioco d’azzardo costituisce l’impressionante cifra del 12% della spesa delle famiglie italiane;
sono 15 milioni i giocatori abituali, 3 milioni quelli a rischio patologico e circa 800.000 quelli già patologici;
sono stimati tra i 5 e i 6 miliardi di euro annui i costi per curare i casi patologici.
considerato che
spesso intorno ai luoghi del gioco d’azzardo si organizza la microcriminalità dei furti, degli scippi e dell’usura, così come la criminalità organizzata;
il gioco d’azzardo lecito è materia di competenza statale e i Sindaci, ad ora, non hanno potere regolatore né ispettivo;
atteso che
l’art. 7 del Decreto-Legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito con modificazioni dalla Legge 8 novembre 2012, n. 189 (c.d. “Decreto Balduzzi”) ha introdotto nuove regole sulla ludopatia ma non ha, diversamente da quanto inizialmente prospettato, predisposto limitazioni di carattere legislativo nazionale alla presenza di macchine da gioco e/o all’apertura di nuove sale gioco in zone sensibili
Tutto ciò premesso e considerato,
 invito il Sindaco ad aderire al “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo”,
per chiedere:
1) una nuova legge nazionale che punti a ridurre l’offerta dei giochi d’azzardo, promuova la prevenzione e la cura della ludopatia, nonché stabilisca sanzioni esemplari per tutti i reati commessi in tale ambito;
2) una legge regionale che espliciti i compiti della Regione rispetto agli Enti locali in materia di dipendenza da gioco e prevenzione e cura di essa;
3) il potere di ordinanza del Sindaco per la definizione degli orari di apertura delle sale gioco e delle distanze minime consentite dai luoghi sensibili;
chiedo, infine, un impegno immediato e concreto da parte dell’Amministrazione comunale per esercitare ogni possibile attività di contrasto al gioco d’azzardo attraverso gli strumenti in suo possesso, in particolare tramite operazioni mirate della Polizia Municipale

Legambiente:Villa Mocenigo..avanti col centro commerciale

Roma protesta giardini villa massimoLa levata di scudi da parte di molte personalità del mondo culturale italiano e non solo italiano contro i centri commerciali previsti a ridosso di villa Mocenigo, nel comune di Abano Terme, e di Villa Dolfin-Dal Martello e del castello del Cataio, nel comune di Due Carrare, ci faceva sperare in un ripensamento da parte dei rispettivi sindaci.
Così non è stato, almeno da parte del comune di Abano che ha respinto tutte le osservazioni presentate da molte associazioni di categoria (ASCOM, Confesercenti, Unione Provinciale Artigianato), da associazioni ambientaliste e culturali (Legambiente Padova, Italia Nostra, WWF), dal Comitato difesa dei colli Euganei e da singoli cittadini, ed ha approvato la variante urbanistica che accelera la formazione del piano attuativo per la realizzazione del centro commerciale.

Il comune si è difeso rivendicando il rispetto formale delle norme urbanistiche (rispetto che peraltro lascia ancora fondati dubbi) senza cogliere che il problema non è tanto di procedura quanto di merito delle scelte urbanistiche.

La variante, non solo ha confermato la localizzazione del centro commerciale a ridosso di Villa Mocenigo, senza avere il buon senso di ridiscuterla all’interno del PAT (Piano di Assetto del Territorio) in via di formazione, ma addirittura ha modificato le norme di attuazione del vigente piano regolatore per agevolare i privati nella redazione del piano di lottizzazione.
Si tratta di una scelta che, come denunciato da ASCOM, Confesercenti e UPA, compromette l’esistenza del commercio di vicinato, che è una delle componenti fondamentali del tessuto connettivo dei nostri centri urbani, ma soprattutto è una scelta contro la bellezza del paesaggio veneto e delle sue ville. È una scelta di barbarie.

Il sindaco Luca Claudio e la sua giunta non comprendono il danno che stanno recando al territorio, alla sua storia, ma anche al suo futuro e persistono nello strabismo, per cui lo sviluppo economico passa necessariamente attraverso la trasformazione dei suoli non edificati, senza vedere che vi sono altre vie praticabili e che l’ambiente ed il paesaggio sono risorse da non sprecare.

Pur di favorire la realizzazione di un insediamento commerciale ingiustificato e lesivo del contesto figurativo di villa Mocenigo, non si esita nemmeno a mettere in pericolo l’incolumità dei cittadini. La variante alle norme di attuazione al P.R.G. relative alla lottizzazione del centro commerciale, infatti, oltre ad altre contestate scelte, elimina la condizione che subordina il rilascio del certificato di agibilità della grande struttura di vendita alla realizzazione del collegamento tra le circonvallazioni ovest ed est di Abano.

Con riferimento a tale scelta Legambiente ha chiesto che fosse previamente verificato, con uno studio firmato da professionista abilitato, se il collegamento viario fosse opera di urbanizzazione funzionale al nuovo centro commerciale. In questo caso l’agibilità non avrebbe potuto essere concessa in assenza della sua realizzazione.

La sconcertante risposta del comune è stata che “questo aspetto è estremamente delicato in quanto costituirebbe un onere economico rilevante per l’ente pubblico che viene privato anche della sua autonomia decisionale circa la scelta dei tempi e modi di realizzazione dell’opera, solo per dare attuazione ad un centro commerciale privato.” In pratica si dice: siccome non siamo in grado di realizzare le opere di urbanizzazione di mia competenza, non posso limitare l’intervento privato, anche se di quelle opere si ha bisogno per non creare un impatto viabilistico negativo e forse anche pericoloso.

La sicurezza dei cittadini viene messa in secondo ordine rispetto all’interesse dei privati! Contro simile modo di ragionare non può che esserci una dura opposizione. Le associazioni ambientaliste e culturali facciano fronte comune con quelle di categoria e contrastino, nelle competenti sedi giudiziarie e fino all’ultimo grado di giudizio, l’arroganza di questo sindaco.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

130mila firme per i candidati puliti
Don Ciotti: li controlleremo

L’iniziativa “Riparte il futuro”, ancora poche ore per aderire. Ma il fondatore di Libera dice: “La lotta alla corruzione continuerà nel nuovo Parlamento”

di CARLO CIAVONI

Lo leggo dopo

ROMA  –  Già 130mila cittadini hanno messo la loro firma (e in molti casi la loro faccia) sul sito di  Riparte il Futuro: una petizione per chiedere al mondo politico trasparenza e impegno contro la corruzione. Una mobilitazione sul web per chiedere ai partiti che presentino candidati puliti, con persone che abbiano una conclamata inclinazione alla trasparenza, all’integrità e alla responsabilità, prima di entrare nel prossimo Parlamento. Contro la corruzione, in questa campagna unica in Europa, è sceso in campo don Luigi Ciotti, con l’associazione antimafia Libera e il Gruppo Abele di Torino.

L’APPELLO VIDEO DI DON CIOTTI

“Chiediamo che la trasparenza non sia una concessione, ma una condizione immanente  –  ha detto il sacerdote  –  che permetta di esercitare il diritto di ognuno di conoscere chi entrerà nel Parlamento. Il sito che abbiamo allestito  –  ha aggiunto don Ciotti  –  non smetterà di funzionare dopo le elezioni. Resterà un luogo dove i cittadini, che si riconoscono con “l’Italia onesta” potranno dialogare con la politica per chiedere un salto di qualità, ma in una condizione di maggiore consapevolezza “.

La corruzione nel nostro Paese  –  si legge nel sito Riparte il Futuro  –  è considerata una delle ragioni fondamentali all’origine dell’arretratezza dell’Italia, della sua incertezza rispetto al futuro. Nel resto d’Europa sono in pochi a vivere questo problema in modo così intenso. Dopo di noi, solo la Grecia e la Bulgaria. E’ un male profondo, all’origine della disoccupazione, della crisi economica, dei diffusi e gravi disservizi della pubblica
amministrazione, a monte degli sprechi e delle pesanti ineguaglianze sociali”.

La petizione serve per chiedere ai candidati queste cose:
Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione, iniziato con la riforma del novembre 2012, a sua volta ispirata alla convenzione di Strasburgo. Una riforma voluta dal governo Monti, ma che, pur avendo recepito alcuni importanti principi della Convenzione, dopo il passaggio parlamentare ha subito cambiamenti che ne hanno indebolito l’efficacia. Concretamente, si chiede che sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”.
1.    Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
2.    Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
3.    Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
4.    Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari
Grazie alla sottoscrizione di questi impegni si potrà sapere davvero quali candidati saranno disposti a lottare in Parlamento contro la corruzione.
Più siamo a firmare questa petizione, più i candidati dovranno ascoltare le nostre richieste.
Firma adesso per un futuro senza corruzione.

FIRMA L’APPELLO. C’E’ TEMPO FINO A DOMANI SERA

se non ora quando?

Se non ora quando: lo spot per il voto delle donne

Il movimento “Se Non Ora Quando?” si presenta all’appuntamento elettorale del 2013 con una campagna di mobilitazione che chiede a tutte le forze politiche di impegnarsi per un’Italia nuova che faccia spazio alle donne nel governo del Paese. Tra le iniziative anche una campagna sociale a favore delle pari opportunità con lo slogan “Se crescono le donne, cresce il Paese”. Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini sono le testimonial dello spot con colonna sonora di Patti Smith che per l’occasione ha regalato la sua “People have the power”.

In tutta Italia i comitati che aderiscono alla rete di “Se Non Ora Quando?” hanno organizzato incontri per invitare a votare donna e per lanciare la realizzazione della videoinchiesta che chiederà alle donne di raccontare le condizioni in cui vivono e il Paese per donne che vorrebbero. L’iniziativa, intitolata “Un paese per donne: le parole per dirlo”, sarà una rappresentazione corale delle condizioni, delle idee e dei desideri delle donne, dal Sud al Nord