Archivi categoria: Uncategorized

Gestione Parco Colli: l’attesa sarà mai finita?

 

Sono circa 8 anni che la Giunta regionale del Veneto cerca di razionalizzare e riordinare la gestione dei Parchi del Veneto. La manifestazione del 2 febbraio a Monselice e l’incontro a porte aperte dell’11 febbraio a Battaglia Terme sono due ulteriori tappe del percorso di dialogo e partecipazione promosso dalle Associazioni dei Colli.

 

Restituire Rocca e Parco Colli alle persone che vi abitano

Il movimento ambientalista annuncia la manifestazione di sabato e altri eventi contro la Regione che non valorizza l’area euganea e tiene chiuso il monte

Sulla Rocca per lanciare un segnale d’amore verso il Parco Colli e di protesta nei confronti della Regione. È la mobilitazione che troverà attuazione sabato prossimo e che è stata lanciata ieri mattina al parco Buzzaccarini dal Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Parco. «Non sono accettabili attività che trasformano il suolo, l’acqua e l’aria da elementi fondanti la vita a sostanze velenose. E nemmeno le inerzie, che da un lato non fermano i processi di devastazione e dall’altro costringono a uno stato di stagnazione le straordinarie risorse del nostro territorio» hanno spiegato i promotori.

«Il Parco dei Colli Euganei» aggiungono «si avvia al terzo anno di commissariamento, una situazione davvero difficile da comprendere e da giustificare. E pur avendo dal giugno scorso una legge di “riorganizzazione” dei parchi regionali, legge attesa per oltre sei anni, non si è ancora data effettiva attuazione».

Per questo, evidenziano gli ambientalisti, «le nostre associazioni ritengono doveroso reagire e come prime iniziative propongono una manifestazione di protesta e un incontro di proposta».

La prima si terrà sabato prossimo: l’appuntamento è alle 14,30 in piazza Mazzini, da dove si partirà in corteo per raggiungere villa Duodo, sul colle della Rocca, «luogo simbolico scelto anche per richiamare l’attenzione sulle tante potenzialità che esso presenta e che finora non hanno certo trovato la valorizzazione che la Rocca meriterebbe». Lungo il tragitto, spiega Francesco Miazzi, «sono previste un paio di soste in cui il professor Riccardo Ghidotti illustrerà il patrimonio storico di via del Santuario. Arrivati all’esedra faremo una coreografia che sarà ripresa anche da un drone. Al ritorno faremo tappa alla cava della Rocca, altro sito da bonificare e valorizzare. Si chiuderà in piazza Mazzini con una serie di interventi a microfono aperto».

L’incontro invece è in programma per l’11 febbraio alle 21 al centro Bachelet di Battaglia Terme e avrà per titolo “Ma quale Parco?”: in quell’occasione le associazioni, che sperano nella partecipazione delle autorità regionali, formuleranno alcune proposte.

Spiega ancora Francesco Miazzi: «Abbiamo un commissariamento che si avvia al terzo anno e una legge di riordino dei Parchi che non sta rispettando le tappe previste. Ecco che allora abbiamo individuato la Rocca di Monselice come luogo emblematico. L’impossibilità di accedere alla scala del mastio secondo noi non avrebbe impedito l’accesso alla sommità del monte. La Rocca, bene che dovrebbe essere di tutti i cittadini, a nostro modo di vedere è gestita in modo discutibile dalla società Marco Polo. Diventerà dunque la tribuna dove dare spazio e risonanza a una serie di questioni importanti come il consumo di suolo, la C&C, il problema Pfas, il centro commerciale di Due Carrare, l’inquinamento da diossina e pcb, il tema legato all’articolo 19 del piano ambientale del Parco, che definisce le cementerie incompatibili».

Per Gianni Sandon «quella del Parco è una questione centrale dal punto di vista ambientale e politico. A settembre l’assessore ai Parchi aveva dato un cronoprogramma relativo all’applicazione della nuova legge sulla governance, ma le scadenze non sono state rispettate. Da oltre due anni il Parco, commissariato, è come un’auto in folle. C’è poi l’iter di una strampalata proposta di nuovi confini del Parco, che vorrebbe escludere il territorio di Galzignano e che sembra destinata a proseguire. Come può la Regione gestire un’eccellenza in questo modo? ». —

L’APPELLO AI “LIBERI E FORTI”

di Don Luigi Sturzo

A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della “Società delle Nazioni”.

E come non è giusto compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni del pacifico progresso della società.

Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola angusta e oggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l’avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffatrici dei forti.

Al migliore avvenire della nostra Italia – sicura nei suoi confini e nei mari che la circondano – che per virtù dei suoi figli, nei sacrifici della guerra ha con la vittoria compiuta la sua unità e rinsaldata la coscienza nazionale, dedichiamo ogni nostra attività con fervore d’entusiasmi e con fermezza di illuminati propositi.

Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i Comuni – che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell’Istituto Parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto delle donne, e il Senato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali: vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l’autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali.

Ma sarebbero queste vane riforme senza il contenuto se non reclamassimo, come anima della nuova Società, il vero senso di libertà, rispondente alla maturità civile del nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertà religiosa, non solo agl’individui ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missione spirituale nel mondo; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà alle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi di parte; libertà comunale e locale secondo le gloriose tradizioni italiche.

Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare lo Stato ma è essenzialmente organico nel rinnovamento delle energie e delle attività, che debbono trovare al centro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppo progressivo. Energie, che debbono comporsi a nuclei vitali che potranno fermare o modificare le correnti disgregatrici, le agitazioni promosse in nome di una sistematica lotta di classe e della rivoluzione anarchica e attingere dall’anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso, dando valore all’autorità come forza ed esponente insieme della sovranità popolare e della collaborazione sociale.

Le necessarie e urgenti riforme nel campo della previdenza e della assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà devono tendere alla elevazione delle classi lavoratrici, mentre l’incremento delle forze economiche del Paese, l’aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione dei regimi doganali, la riforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzione del problema del Mezzogiorno, la colonizzazione interna del latifondo, la riorganizzazione scolastica e la lotta contro l’analfabetismo varranno a far superare la crisi del dopo-guerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.

Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci ai saldi principii del Cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell’Italia; missione che anche oggi, nel nuovo assetto dei popoli, deve rifulgere di fronte ai tentativi di nuovi imperialismi di fronte a sconvolgimenti anarchici di grandi Imperi caduti, di fronte a democrazie socialiste che tentano la materializzazione di ogni identità, di fronte a vecchi liberalismi settari, che nella forza dell’organismo statale centralizzato resistono alle nuove correnti affrancatrici.

A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell’amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degl’interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l’adesione al nostro Programma.

Roma, li’ 18 gennaio 1919

LA COMMISSIONE PROVVISORIA On. Avv. Giovanni Bertini – Avv. Giovanni Bertone – Stefano Gavazzoni – Rag. Achille Grandi – Conte Giovanni Grosoli – On. Dr. Giovanni Longinotti – On. Avv. Prof. Angelo Mauri – Avv. Umberto Merlin – On. Avv. Giulio Rodinò – Conte Avv. Carlo Santucci – Prof. D. Luigi Sturzo, Segretario Politico.

il CONSIGLIO COMUNALE

è convocato per il giorno
mercoledì 19 dicembre 2018 alle ore 20.00

presso il Teatro Polivalente Comunale – via Donati di Abano Terme